Pianura padana





Il Territorio ed il Clima:


La porzione di territorio su cui sorge e si sviluppa la Penisola Italiana è incluso tra il 36° ed il 47° parallelo Nord dell’emisfero Boreale in una zona climatica definita come "Temperata" , ma per la sua conformazione geografica, con una parte a contatto con altre terre emerse ed una invece circondata dal mare, quest'area può subire ulteriori suddivisioni climatiche così ripartite:
1-Italia Continentale
2-Italia Peninsulare
3-Italia Insulare
I climi all’interno di queste tre fasce permettono lo sviluppo di biomi differenti.

1-Clima Continentale Temperato freddo tipico delle Alpi e degli Appennini è caratterizzato da foreste di Conifere. Qui crescono l’ Abies alba spontaneo negli Appennini e più raro sulle Alpi, il Larix decidua che è l’unica specie italiana, il Picea abies comunemente chiamato Peccio od Abete rosso, il Pinus sylvestris con molte specie diverse e poi tutti gli arbusti del sottobosco.

2-Clima Continentale Temperato fresco che si trova nelle colline e nelle pianure caratterizzato da foreste di Latifoglie decidue, i Querco-Carpineti.
Il clima della Pianura Padana,l'area qui considerata,rientra in questa fascia e rappresenta una zona di transizione che separa un clima di tipo Continentale a Nord da uno Mediterraneo a Sud.

3-Clima Temperato mediterraneo si riscontra lungo i litorali e nelle isole con foreste mediterranee di Querce decidue o foreste mediterranee di Querce sempreverdi, con relativo sottobosco.




La Pianura Padana:


La Pianura Padana o meglio la Pianura Padano-Veneta-Romagnola, un avvallamento facente parte del bacino del fiume Po (71.000 Km2) è una delle più grandi pianure alluvionali dell’Europa meridionale (le altre due sono l' Alföld in Ungheria e la Valacchia in Romania) . Il suo nome deriva dal nome latino del Po, Padus così chiamato a causa dei Pini o “Padi” che crescevano sulle sue sponde.



II Po nasce sulle Alpi Cozie in località Piano del Re, sul fianco nord del Monviso, a 3.841 metri di altitudine. Scendendo verso il mare l’alveo del fiume lungo 652 km tocca diversi comuni tra cui Torino, Piacenza e Cremona ed attraversa l’intera Italia settentrionale disegnando meandri e serpeggiamenti per gettarsi infine nel Mar Adriatico con una foce a delta ed un’estensione di 400 Km. Fra i numerosi affluenti che sono 141, quelli che provengono dal versante Appenninico come ad es. il Parma ed il Taro, hanno carattere torrentizio mentre quelli che scendono dalle Alpi hanno un flusso più o meno costante.
La tipologia dell’ambiente della Pianura Padana, definito Pianura alluvionale, è frutto dell’attività incessante di tutti questi fiumi che in tempi geologici differenti hanno asportato ed apportato sedimenti ed in modo consistente dopo la glaciazione di Würm che si concluse circa 18000 anni fa .
La Pianura Padana può essere suddivisa in tre zone :
l’alta pianura, la zona delle risorgive e la bassa pianura.

L’alta pianura si trova in corrispondenza delle Prealpi a Nord e nella zona Preappenninica a Sud. In questa fascia il suolo è composto da materiali grossolani come sabbie, ghiaie e ciottoli e risulta pertanto permeabile all’acqua che scende per decine di metri all’interno del suolo fino ad incontrare uno strato impermeabile sopra il quale incomincia a scorrere formando un ‘fiume sotterraneo’ o falda freatica (un tipo di falda acquifera).

Ad un certo punto la composizione o granulometria del suolo cambia con un aumento di materiali fini rispetto a quelli grossolani, diminuisce quindi la permeabilità del suolo e l’acqua incomincia a risalire formando le risorgive o fontanili quasi del tutto scomparsi salvo alcune eccezzioni. L’acqua dei fontanili ha la caratteristica di mantenere una temperatura costante per tutto l’anno tra i 9°C d i 12°C favorendo così un tipo di coltivazione definita a marcita.

La bassa pianura che si proietta verso l’alveo del fiume da ambo i lati è caratterizzata invece da un suolo composto da materiali più fini come limo ed argille che lo rendono impermeabile ed impediscono all’acqua di scendere nel suolo favorendo così la formazione di acquitrini e zone paludose.






La Vegetazione della Pianura Padana:


L'area di Pianura Padana presa in considerazione in questa sede è quella occupata da alcuni Comuni (che in totale sono 45) facenti parte della provincia di Parma,regione Emilia Romagna. Come si può vedere dalla cartina sottostante la zona compresa tra il Fiume Po e la Via Emilia viene considerata Bassa pianura. Segue poi una zona di confine che un tempo era segnato dalla presenza di molti Fontanili (Fontevivo, Fontanellato, Fontanelle, Casa Fontanone), che in seguito all'abbassamento della falda freatica o all'intervento antropico sono scomparsi;oggi a testimonianza di questo limite rimangono i Fontanili del paese di Viarolo (Podere di Casa Giuffredi)dove un piccolo ma profondo lago subcircolare segna il punto di risalita delle acque di falda; è possibile infatti osservarne la polluzione. Procedendo verso Sud ci si addentra nell'Alta pianura regno della brughiera cui seguono i primi rilievi e le prime colline per giungere poi alle zone preappenniniche ed infine agli Appennini stessi.





Ognuno di questi ambienti presenta o meglio presentava una propria e tipica vegetazione che nel tempo è stata in parte contaminata ed in parte perduta.

Nella Bassa Pianura dominavano le foreste miste di latifoglie decidue con predominanza di Quero-carpineti frammisti a zone paludose,chiazze arbustive e prati.  
Un tempo questo tipo di foresta era chiamato Foresta planiziale ed indicava un terreno di pianura coperto da alberi. Oggi quest’ambiente sopravvive solo in aree limitate e protette, scampate al disboscamento ed alla pratica agricola. Un esempio di Foresta planiziale in cui si è conservata una biocenosi botanica originale o quasi è il Bosco della Fontana a Mantova (19 m s.l.m.).
Le specie arboree rappresentanti della Foresta planiziale sono diverse: lungo i margini dei fiumi predominavano il Salix alba (Salice bianco),il Populus alba (Pioppo bianco),il Populus nigra (Pioppo nero),e l' Alnus glutinosa (Ontano), mentre poco più all'interno vi era una fitta foresta popolata da Quercus robur (Farnia), Carpinus betulus (Carpino bianco), Fraxinus excelsior (Frassino maggiore o Frassino comune), Ulmus minor (Olmo campestre) ed Acer campestre (Acero campestre) .
Il sottobosco offriva un'altrettanto vasto assortimento di specie arbustive che formavano uno strato intermedio. Fra le varietà botaniche ricordiamo il Ruscus aculeatus o Pungitopo, Ligustrum vulgare,il Rhamnus frangula, e poi l' Euonymus europaeus,il Cornus sanguinea (Sanguinella),il rovo bluastro Rubus caesius,il Crataegus monogyna (Biancospino),il Corylus avellana (Nocciolo),il Prunus spinosa ed il Sambucus nigra solo per citarne alcuni.
Fra le specie lianose e rampicanti si possono ricordare la Lonicera caprifolium , la Clematis vitalba , la Hedera helix , l' Humulus lupulus e tante altre.
In prossimità dei greti dei fiumi, degli stagni o di zone paludose la vegetazione era rappresentata da un'innumerevole varietà di specie acquatiche ed igrofile (vedi link sotto).
Nei sottoboschi e nelle radure era possibile osservare un’altrettanta innumerevole ricchezza di fiori e piante erbacee che oggi si possono trovare solo in spazi marginali che non hanno subito contaminazioni o nelle riserve naturali dove il successo demografico non è stato ostacolato.

Questo tipo di foresta di latifoglie decidue rimase inalterata fino all’arrivo dei romani (183 a.c). Essi diedero inizio ad opere di disboscamento e bonifica delle paludi. Con la caduta dell’Impero romano nel 476 d.c. fino al X secolo la foresta riprese il sopravvento,ma a partire dal XI sec. in avanti l’opera di disboscamento sia per ricavarne legname sia per lasciare spazio all’agricoltura debilitò irrimediabilmente tale luogo e con la costruzione di canali artificiali ed altre opere edilizie il paesaggio padano prese l’aspetto odierno (agricolo). Inoltre l’introduzione di specie alloctone come la Robinia pseudoacacia,l'Ippocastano,l'Ailanto, il Platano, l'Heliantus tuberosus e tante altre ancora sconvolsero ed alterarono l’habitat originario.

L’Alta Pianura era il regno della brughiera di pianura,oggi non più presente, che era un habitat privo di humus con suoli acidi e poveri di sali e con una vegetazione a crescita bassa . 
La tipica brughiera dell’Italia settentrionale era dominata dalla Calluna vulgaris (Brugo) che è un piccolo arbusto perenne, dal Cytisus scoparius (Ginestra dei carbonai) e dall'Erica ,un Genere della famiglia delle Ericaceae che comprende circa 700 specie di frutici o suffrutici sempreverdi alti da 20 cm ad 1,5 m.



La fascia collinare con terreni acidi ed un altitudine superiore ai 200 mt è dominata da castagneti che si trovano aggregati a formare i Castanetum,con l'unico rappresentante autoctono il Castanea sativa ,l'albero più longevo del Parmense.
Procedendo verso Sud,il paesaggio è dominato da una vegetazione di tipo boschivo ed in particolare si possono distinguere quattro tipi di boschi tutti caratterizzati dalla presenza preponderante di querce.
✬ 1- In terreni calcarei e ben drenati si trovano i Querco-ostrieti,caratterizzati da Quercus pubescens (Roverella) ed Ostrya carpinifolia che comunemente è chiamato Carpino nero.Talvolta quest'ultimo diventa dominante e forma dei veri e propri "Carpineti"; in suoli rocciosi invece è associato all'Orniello Fraxinus ornus a formare l'Orno-ostrieto dove spesso compare l'Acero Acer opulifolium ed il Laburnum anagyroides .
✬ 2- Boscaglie rade di Roverella si trovano sui versanti soleggiati delle colline e sono querceti xerofili cioè di ambiente acido associati ad arbusti quali Spartium junceum , Juniperus communis e Cytisus sessilifolius .
✬ 3- Boschi di Cerro si trovano su terreni argillosi e sono caratterizzati da Quercus cerris con radure di Calunna vulgaris.
✬ 4- Il quarto tipo di bosco si sviluppa su suoli freschi e profondi ed è popolato da Quercus petraea (Rovere) e da Quercus cerris.
Lo strato sottostante è occupato da molte specie di arbusti già citati e che si ritrovano anche in fasce superiori, come il Crataegus monogyna o Biancospino, il Prunus spinosa,la Rosa canina, il Cornus mas o Corniolo, il Juniperus communis ed altri. Dopo i boschi di querce, sopra i 1000 mt si trovano i faggeti con unico rappresentante italiano di questo genere il Fagus sylvatica .



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BIBLIOGRAFIA







Legge 22 Aprile 1941, n°633 Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio