Herbarium
Regione Emilia Romagna
a cura di F. B.





 Presentazione:


Dipingere un quadro sulla vegetazione indigena di un luogo è un lavoro che richiede tempo. Nel corso degli anni, soprattutto per opera dell’uomo, l’ambiente ha subito alterazioni che hanno portato alla scomparsa d' intere aree sostituite da opere edilizie o da campi destinati all’agricoltura. Quei posti invece che non sono stati soggetti ad alcun intervento hanno dovuto soffrire l’invasione di specie non originarie, che entrando in competizione si sono dimostrate più aggressive prevaricando infine sulla vegetazione autoctona.
Il presente Erbario è riferito alle specie spontanee sia di tipo arboreo che erbaceo ritrovate in quei fazzoletti di terra dove i semi portati dal vento, dagli insetti e dagli animali hanno potuto germogliare, ed in particolare nei corridoi tra i coltivi e negli incolti, nei margini stradali, nei fossi e nei prati della zona e dintorni di San Martino Sinzano (115 m s.l.m), piccolo paese già parte dell'alta pianura situato tra la città di Parma (57 m s.l.m) ed il Comune di Collecchio in direzione dell’Appennino Tosco-Emiliano ai piedi delle prime colline ma ancora in aree pianeggianti attualmente volte all’agricoltura. Ad Ovest ad una distanza di circa 6 Km scorre il fiume Taro affluente del fiume Po con il suo Parco Fluviale di circa 3000 ettari che accompagna l'alveo per circa 20 km del suo decorso. Ad Est del paese circa ad una distanza di 400 mt scorre il torrente Baganza affluente del fiume Parma sulle cui sponde si riscontra una flora spontanea fluviale endemica di tali luoghi, mentre procedendo in linea retta in direzione Sud nei pressi del Comune di Sala Baganza (162 m s.l.m.) ci s’imbatte in una zona di circa 2000 ettari occupati dai cosiddetti Boschi di Carrega, resti di un'antica foresta che si estendeva ininterrotta tra Taro e Baganza, rinomati sia per la presenza di edifici di pregio storico voluti da personaggi della nobiltà di epoca sette-ottocentesca e successiva, sia per una vasta gamma di specie vegetali boschive autoctone e non.
Peculiarità del paesino di San Martino Sinzano è la presenza di un Fontanile di alta pianura che si trova a ridosso del fianco meridionale di una struttura sepolta nota come "Anticlinale di Montepelato-Stradella-Fontevivo" che crea uno sbarramento trasversale ai flussi idrici che provengono dalle colline; a causa di questa struttura le acque risalgono e proseguono il loro cammino a poca profondità o in superficie.



Metodo di classificazione:


Le specie botaniche che appartengono al più generico "Regno Plantae" sono classificate seguendo il metodo APG (Angiosperm Phylogeny Group) che avvalendosi di tecniche moderne come analisi e sequenziamento del DNA opera una classificazione su basi genetiche e non più morfologiche come nelle ormai superate classificazioni di Linneo e Cronquist. L’APG si avvicina alla tassonomia cladistica le cui fondamenta sono state gettate dal biologo tedesco Willi Hennig(1913-1976). Secondo questo metodo le piante sono collocate in gruppi monofiletici (cladi) cioè un gruppo di organismi con un unico antenato comune. Essa considera 63 ordini e 415 famiglie ed è in continuo aggiornamento.

Per maggior chiarezza si porta ad esempio un Cladogramma che considera 6 specie (A-F):

Le specie che vanno da A ad F formano un clado perchè hanno un antenato comune, X.
Le specie che anno da A a D formano anche loro un clado perchè hanno un antenato comune, X1.
Le specie che vanno da C ad F invece non formano un clado perchè i discendenti non hanno un unico antenato comune.








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